Quante volte ci è capitato di discutere con gli amici di nuove serie tv che ci appassionano? Spesso si tratta di cose estremamente mainstream, proiezioni di una visione comune.
The Oa scardina questo mito retrogrado e porta avanti una profonda intuizione.
Τhe Oa, ovvero Original Angel, è stata scritta e diretta dal genio creativo di Brit Marling (classe ’82) e Zal Batmanglij (classe ’81), amici di vecchia data e partner lavorativi in diversi progetti. Questa serie anticonformista tratta di temi piuttosto profondi che incoraggiano una riflessione tutt’altro che banale.
La trama si incentra su questioni di natura spirituale: la vita dopo la morte, vista come passaggio, la reincarnazione e l’anima immortale. La protagonista, Prairie Johnson, si ritrova a subire una NDE, un’esperienza pre-morte, che la vede poi tornare sulla terra, in questa dimensione, con un grande limite: la cecità. La volontà di ritrovare il padre la porta poi a subire un’avventura spiacevole che la vede cavia di laboratorio proprio perché ha visto cosa c’è “oltre” e perché questa visione le ha lasciato un talento che ha un qualcosa di mistico e soprannaturale.
Studiata in ogni minimo dettaglio, questa perla cinematografica ci permette di riflettere su questioni ben più ampie della nostra mera esistenza e ci immerge in qualcosa che è al di là di ciò che ci aspettiamo, provocando una catarsi interiore che ci eleva verso nuovi orizzonti.
Qualcuno, di fronte a questi temi impegnati, potrebbe storcere il naso. In fondo una serie televisiva deve principalmente (o solamente?) garantire divertimento e leggerezza. Essere uno spiraglio di positività nella nostra solita routine. Quel programma che guardiamo di fronte a un buon calice di vino.
Sì, sicuramente c’è una componente di disimpegno nel guardare qualcosa di “superficiale”, ma se siete un minimo interessati a temi non convenzionali, ve la consiglio.
Il cast vede come protagonisti la stessa Marling, già vista in “The East”, “Another Earth”, “I Origins”, solo per citarne alcuni, Kingsley Ben Adir, Jason Isaacs, meglio noto come il famigerato Lucius Malfoy in Harry Potter, e molti altri dall’inconfutabile talento.
Parliamoci chiaro, non attorini alle prime armi.
Scritta per essere sviluppata in diverse stagioni, non ha superato il critico limite di Netflix, che l’ha vista concludersi (per ora) alla seconda stagione.
La narrazione porta avanti una story-telling di incredibile ricchezza, data proprio dalla partnership di cui sopra, indice di una spiccata sensibilità verso il mondo e verso sé stessi.
La recitazione è, come già detto, della miglior fattura. La Marling riesce con il suo talento a coinvolgere lo spettatore senza risultare esosa, egocentrica, ma delicata, dolce, sensibile ed estremamente convincente.
I personaggi sono caratterizzati in maniera completa e ben orientati in una narrazione già di per sé complessa. Interessante notare che Brit mollò un lavoro certo da Goldman Sachs dopo una laurea in economia ottenuta con eccellenti risultati ( era la migliore del corso) per dedicarsi all’arte cinematografica, un po’ contro il parere comune. Tra gli esperimenti che ha condotto anche il vivere per strada e nutrirsi solo di ciò che trovava, cosa che non si addice a una giovane donna estremamente brillante-probabilmente ai limiti della genialità-, promettente e di buona famiglia. Lei stessa definì quell’esperienza una NDE personale.
In un contesto che vede nella superficialità il fulcro dell’esistenza umana, non sorprende che poche persone si siano appassionate a questa esperienza televisiva di natura metafisica. Eppure raccoglie i suoi fan in tutto il mondo. Fan che continuano a punzecchiare Netflix per riavere la loro serie preferita. Interessante è inoltre notare come la fandom di questa serie sia estremamente eterogenea. Si può notare come molte identità siano persone che appaiono emarginate, diverse dagli standard, appassionate di esoterismo, padrone di una vita che va al di là degli stereotipi sociali.
Di sicuro è una serie per pochi.
Se siete appassionati di cose “easy” è meglio che non proviate nemmeno a guardare il primo episodio. Vi annoiereste e basta. Se siete interessati ad analizzare i vari “perché” allora siete nel posto giusto. Potrete aprirvi a qualcosa di innovativo, spiazzante, profondo, divertente, che forse potrebbe darvi una piccola soluzione a quei grandi interrogativi che tutti ci poniamo.