La casa sull’albero di Brooksville

Situata su un antico albero, si staglia una bellissima Casa Vittoriana che per 30 anni ha popolato l’immaginario della città di Brooksville.

Questa meraviglia architettonica è stata costruita da James Talmage “Tokey” Walker, un veterano della seconda guerra mondiale e allevatore di bestiame.

La sua storia ha origini umili, ma come molti casi diventa motivo di grandezza. James inizialmente si occupa di vendere giornali per permettersi gli studi all’università dell’Alabama, dove intende laurearsi in legge.

Viene assunto nel più grande supermercato della zona, dove ben presto il suo duro lavoro viene riconosciuto, procurandogli una promozione a manager.

Purtroppo, la crisi bancaria della Grande Depressione coinvolge anche Walker, che vede andare in fumo i suoi sogni: tutti i suoi risparmi sono andati persi e la sua vita cambia completamente, prendendo una direzione inaspettata.

Ispirato da un cugino paterno decide di imparare a volare. Con l’aiuto economico di un amico compra il primo velivolo al costo di 600 dollari e come presidente dell’Acme Club, un gruppo simile al rotary, supervisiona la costruzione di un piccolo aeroporto nella zona di Huntsville.

Durante la Seconda Guerra Mondiale si occupa di insegnare volo presso l’University of Georgia Naval ROTC il cui programma è localizzato ad Atene. Al termine di questo periodo di lavoro, si trasferisce con la moglie Sarah a Marietta, Georgia, dove intraprende il lavoro di test pilot per il bombardiere B-29.

Nell’ottobre del 1945, la famiglia si trasferisce a Clearwater dove James dà vita alla Clearwater Flying Company, insieme a Robert J. Word, Roy A. Workman e il figlio Roy Jr.

L’obiettivo della società è quello di affittare e vendere aeroplani e fornire lezioni di volo.

Quando il governo taglia i fondi per le lezioni di volo ai veterani, i proprietari convertono la società nella Metal Industries, adibita alla produzione di schermi di alluminio.

Tokey fu un cittadino rispettato dalla comunità e dedito ad attività filantropiche che gli hanno valso numerosi premi e riconoscimenti come il Golden Flame Philantropy Award nel 2000.

Il suo nome può essere trovato sulla Wall of Honor del National Air and Space Museum a Washington D.C.

Ma facciamo un passo indietro…

Negli anni ’60 Tokey compra un terreno a Brooksville e comincia ad allevare bestiame. Solo negli anni ’80 comincia a costruire l’imponente Victorian House al 17346 Powell Road, Brooksville, Florida.

La dimora, pensata per servire ai nipoti, era provvista di camere da letto, cucina, bagno e tutte le comodità di una casa su terra ed era dipinta di un baby blue che ricorda molto le case delle bambole ottocentesche.

La casa, Abandoned in Florida.com

La casa, Abandoned in Florida.com

La casa, Abandoned in Florida.com

La casa, Abandoned in Florida.com

La casa, Abandoned in Florida.com

La casa, Abandoned in Florida.com

Dopo la sua morte, la proprietà cade in stato di abbandono, anche se rimane formalmente di proprietà della J. T. Walker Industries.

Per oltre 30 anni rimase in piedi, silenziosa ed abbandonata, come una dimora costruita dalle fate nel mezzo della foresta. Nel corso dei decenni la casa subì diversi atti vandalici, fino a diventare un luogo adibito alle colture di Marijuana.

Ad ottobre 2015 la casa, ormai irrecuperabile, viene rasa al suolo, probabilmente dai costruttori.

Photo taken in May 1991 at the Brooksville Treehouse. Photo Courtesy of Deborah Crevier

Di lei rimane solo il ricordo sbiadito presente in qualche fotografia del tempo.

Link utili: abandonedfl.com/brooksville-victorian-treehouse/

Link alle fotografie: https://www.flickr.com/photos/sfldp/8047689947/in/photostream/

La moda poliedrica della Swinging London

Nella fervente Londra degli anni ’60 i sogni e le possibilità sembrano un terreno sconfinato da esplorare. Tra la musica dei Beatles e i nuovi interessi dei giovani, spicca la nuova moda introdotta da Mary Quant.

Mary Quant

Mary nasce in un quartiere di Londra, a Blackheat, in una giornata fredda del 1934. I genitori sono tranquilli insegnanti e desiderano per la figlia la stessa sicurezza e tranquillità dettata dalle loro professioni.

Mary però ha un altro sogno, un sogno innovativo che cavalcherà grazie all’amicizia- divenuta poi amore- con l’aristocratico Alexander Plunket Greene.

Il suo percorso incomincia nel 1953 quando, fresca di diploma di arte, decide di vivere una vita alla bohéme con il suo compagno. Mangiano quando trovano del cibo e si vestono come desiderano, provocando e sfidando il sistema ancora troppo concentrato su una moda standard.

Nel ’55 Alexander eredita una certa somma di denaro che gli permette di acquistare una casa a Chelsea, con un annesso piccolo spazio che i due decidono di utilizzare come negozio.

Mary non è una sarta, si sbizzarrisce con le sue idee grazie ai corsi serali di cucito e comprando quotidianamente nuovo tessuto e materiali da poter usare nelle sue creazioni. A dispetto della laboriosità e stranezza del suo stile, i giovani la accolgono entusiasti. Ben presto il negozio diventa il centro propulsore della nuova moda inglese, per coloro che come Mary sono stanchi della silhouette del passato e vogliono spaziare di più.

La vetrina del negozio invita i giovani ad entrare non esponendo tutti i modelli presenti che si scoprono solo una volta varcate le soglie di questo piccolo paradiso. All’interno splendono i colori- il rosso, il prugna e il Ginger- e l’esperienza stessa dello shopping è totalmente cambiata: ci sono free drink per le clienti, l’orario di apertura è allungato e viene riprodotta della musica.

Per una giovane del tempo gli anni ’60 rappresentavano la possibilità concreta di rivendicazione e cambiamento in ogni ambito, specialmente in quello dei look. Risulta facile capire come l’innovazione portata dalla Quant, che rispondeva ad un preciso bisogno della gioventù, sia diventata immediatamente popolare e ricercatissima, al punto tale che a seguito del primo “Bazaar” – così si chiamava la boutique- ne aprì un’altra e da lì si fece spazio all’interno del mondo della moda con cosmetici, scarpe e design di interni.

Da una piccola avventura in cui si misuravano i guadagni giornalieri che servivano a comprare nuove stoffe per nuovi abiti da esporre il giorno dopo, è passata, nel giro di pochi anni, ad attività fiorente e meccanizzata.

Mary Quant, Victoria and Albert museum. Sulla sinistra bozzetto, sulla destra abito con gonna ad A, late ’50s.

Le idee che porta sono sempre nuove. Per esempio l’uso dell’effetto “bagnato” sui vestiti o l’uso del PVC per creare i suoi famosi “weatherproof boots”. Per essere cool a Londra dovevi avere almeno un capo firmato Mary Quant.

I suoi vestiti con una linea larga, ad A, corti fino al ginocchio e di fantasie moderne facevano furore tra le giovani, diventando sempre più ricercati dopo che Twiggy, una parrucchiera Londinese trasformatasi in modella, li indossò per la prima volta.

Twiggy, 1960s

Esposizione di Mary Quant al Victoria and Albert museum, mostra retrospettiva. Abiti effetto bagnato.

Alcuni studiosi attribuiscono alla Quant l’invenzione della minigonna, anche se non ci sono delle evidenze circa la sua effettiva maternità. In particolare modo lo stilista André Courrèges disse di essere lui stesso il padre del famoso capo e probabilmente fu così.

La Quant diventò cavaliere della corona, un’onorificenza attribuita solo ai più grandi del loro genere, e ottenne una stella nella Walk of Fame.

Al Victoria and Albert museum è possibile vedere delle esposizioni su questa straordinaria stilista e vedere le innovazioni che ha sapientemente cucito nella società Londinese della Swinging London.