L’isola dei sogni: dove cielo e mare si uniscono

Nel 1957 la rivista Sport Illustrated chiese a Toni Frissell un servizio fotografico su Nantucket. Dal suo lavoro emerge un passato fatto di sport, sole, mare e bella vita.

Nantucket è un’isola sulle coste del Massachusetts, 25 miglia a sud di Cape Cod, mangiata dall’oceano Atlantico e dai suoi venti, corrosa dal sale e immersa nel profumo di salsedine.

Il suo nome, di origine indiana, significa “isola lontana”.

Lo stesso Ralph Waldo Emerson disse che Nantucket trasmetteva la sensazione che ogni cosa bella immaginabile potesse ancora succedere e in parte è così.

Spesso paragonata a Martha’s Vineyard, sua vicina a ovest, risulta essere la meta di diverse personalità nel corso dei decenni, prevalentemente artisti di vario calibro e scrittori in cerca di un porto sicuro in cui rilassarsi e magari affrontare il temibile blocco.

I suoi colori particolari, le sue fioriture e i suoi alberi, nonchè le sue spiagge sconfinate, hanno attratto l’occhio attento di molti interessati anche al suo stile di vita peculiare.

Non bisogna però pensarla solo come un piccolo paradiso di macchie colorate e cieli azzurri, l’isola infatti regala abbondanti piogge e spesse nebbie che riuscirebbero a stressare anche il più calmo dei suoi cittadini.

Meta chic della gente “bene” americana, ha regalato sin dagli albori momenti di divertimento e spensieratezza tra partite di golf, tennis, cocktail su terrazze e bagni solari abbracciati dal suono del suo perpetuo moto ondoso.

La Frissell riuscì a cogliere l’aspetto più umano e interessante della cultura isolana del tempo, quando le vecchie signore uscivano per l’Happy hour imbellettate di tutto punto, con collane di perle e bracciali d’oro, per sorseggiare alla luce del tramonto un drink accompagnato da assaggi a base di pesce.

Guardando queste fotografie riesce a emergere il sogno lontano e la magia che un tempo abitava quest’isola e che forse può essere ancora scorta nei moderni scatti fotografici di un iPhone.

A noi comuni mortali spetta solo la visione lontana di questo piccolo gioiello oceanico, ma forse basta per alimentare in noi il sogno americano che ha addolcito l’esistenza di molte generazioni.

Book Club: sotto l’ombrellone

La calura estiva ci lascia completamente privi di energie, ma con un forte desiderio di mare e relax.

Perché non avventurarsi quindi verso letture varie mentre stiamo comodamente sdraiati sotto l’ombrellone con una bibita fresca in mano?

Ecco a voi i consigli per questa estate super hot!

My body di Emily Ratajkowski: una serie di saggi di stampo femminista sul corpo della donna, più in dettaglio sul suo. Lettura interessante e che fornisce degli spunti di riflessione sul potere patriarcale e il sistema, su come controlla anche la percezione che abbiamo di noi stesse. Inaspettatamente devo dire che l’autrice aggiunge qualcosa di fresco al suo modo di scrivere, rendendo la lettura piacevole e mai pesante, interessante e profonda allo stesso tempo, ma mai banale. Consigliatissimo!

Storie della tua vita di Ted Chiang: Antologia di racconti su base fantascientifica. Da uno di essi ( uno dei miei preferiti) è stato tratto il film “Arrival”. Ci troviamo di fronte a storie pazzesche, da certi punti di vista riescono a scuotere le convinzioni personali in maniera profonda lasciando spazio a qualcosa di innovativo. Bisogna leggerlo con attenzione, ma i racconti brevi presenti possono essere finiti in una giornata lasciandovi poi il tempo per qualche tuffo in mare!

Vladimir Naboko, Lolita: poco da dire su questo capolavoro indiscusso di prosa. Personalmente l’ho trovato una lettura piacevole e stimolante, perfetta per un pomeriggio all’ombra del sole!

Samuel R. Delany, Babel 17: libro complesso, ma estremamente innovativo nelle sue idee. Lo stampo è di carattere fantascientifico, con particolare attenzione al linguaggio e alle sue componenti. Vi farà viaggiare in posti lontani e fuori dal nostro tempo, dove le relazioni e le persone sono completamente diverse da come le conosciamo noi!

Joan Didion, Play as it lays: lettura innovativa nell’approccio Didioniano. Non sono una serie di saggi di varia natura, ma una storia vera e propria che si snoda attraverso le pagine. I temi affrontati sono attuali anche se è un libro degli anni ’60. Interessante è il legame che la Didion è riuscita a creare con il lettore: sei letteralmente nella testa della protagonista. Fantastico!

Film per una (troppo) soleggiata domenica estiva

Quando il caldo dell’estate si fa sentire, come in queste ultime settimane, diventa difficile fare attività all’aperto. Solo l’idea di buttarci sotto il sole cocente ci sfinisce e l’unica soluzione plausibile sembra stare chiusi in casa con il condizionatore sparato a mille.

Certo è allettante stare al fresco, abbandonati sul divano a passare le ore in una sorta di dormiveglia collettivo.

Però a volte ci si annoia a morte a passare i pomeriggi così, soprattutto per chi non ha la fortuna di una bella piscina fresca in cui buttarsi ancora vestito.

Insomma bisogna trovare qualcosa da fare.

Se siete i tipi da libri forse questo non è il miglior post che potete trovare. Se invece siete deconcentrati dal caldo e volete passare un pomeriggio afoso di fronte alla tv (o al pc) questa lista fa per voi:

Il giardino delle vergini suicida (1999) di Sofia Coppola:

Storia complessa, di fatto una mezza tragedia, ma se siete degli esperti di estetica troverete questo film decisamente piacevole. Forse è un po’ impegnato per un pomeriggio estivo, ma merita per la fotografia e in generale per la recitazione. Ah parla di vergini suicida, come potevate immaginare.

Picnic a Hanging Rock (1975) di Peter Weir:

Questa chicca ambientata nel 1900 vi lascerà di stucco per la misteriosità della sua trama. Allo stesso tempo però vi intrigherà così tanto che probabilmente cercherete la spiegazione su internet. Cercare di capire perché delle giovani donne sono scomparse in maniera del tutto imprevedibile vi terrà attaccati allo schermo e alla fine finirete per apprezzare l’estetica anni 70 di questo piccolo capolavoro.

LOLITA, Jeremy Irons, Dominique Swain, 1997

Lolita (1997) di Adrian Lyne:

Un classico estivo, a mio modesto parere. Se siete appassionati di lettura consiglio il romanzo, un grande capolavoro di letteratura 900esca. Il film del 97 ha toni più soavi di quello di Kubrick, di cui non sono ad oggi una grande fan. La storia è la stessa, ma a mio avviso Dominique Swain ha fatto un lavoro sublime e il vibe merita.

Laguna Blu (1979) di Randal Kleiser:

Anche questa perla (caraibica) viene da un rinomato romanzo. La storia d’amore dei due protagonisti ha visto i limiti della pedofilia secondo alcuni, secondo altri è solo una rappresentazione naturale della vita di due giovani dispersi su un’isola remota. E poi parliamoci chiaro: Brooke Shields con i capelli al vento, lunghi fino alla vita, è decisamente un’icona degli anni ottanta e comunque la visione di un mare caraibico è sempre preferibile alla siccità.

Rose Red (2002) su idea di Stephen King:

Per gli amanti dell’horror, come me, una piccola chicca poco conosciuta in patria. Una miniserie piuttosto vintage, ma che vi rapirà senza ombra di dubbio. Ambientata in una casa infestata, è il modo perfetto per trascorrere un weekend di paura e di forti emozioni. Anche di questa consiglio il libro “il diario di Ellen Rimbauer” che trae spunto dalla miniserie e racconta in modo più approfondito gli antefatti della storia.

Jennifer’s Body (2009) di Karyn Kusama:

Anche in questo caso si tratta di un horror (o quasi) che però merita per il disimpegno dei toni e la sua colonna sonora. Un film piacevole e non troppo impegnato, carino tutto sommato e che merita di essere visto. Megan Fox è stupenda nella parte della teenager mangiatrice di ragazzi.