Favole incantate
Guardando i cartoni animati viene da chiedersi chi sia l’autore dei disegni che prendono vita sullo schermo, chi abbia pensato il personaggio e abbia fissato su carta le sue fattezze fisiche. In un’era dedicata al digitale sembra essersi dimenticati delle grandi menti illustratrici che, nei primi anni del ‘900, ci regalavano piccole opere d’arte di singolare bellezza.
Prima che la Disney ci proponesse linee addolcite e un po’ gonfie, colori sgargianti e personaggi più accessibili delle belle principesse del passato, c’erano le illustrazioni oniriche di Kay Nielsen.
Danese di origine, crebbe in una famiglia dedita alle arti che gli permise di curare la sua abilità nel disegno. Educato a Parigi cominciò a lavorare sin dal 1913, realizzando tavole e illustrazioni per libri.
In pochi anni diventò l’illustratore più famoso della penisola Scandinava grazie alle sue linee raffinate e mai banali e all’uso sapiente del dettaglio come elemento fondante il disegno.
La sua arte era frutto di un’attenta ricerca dei particolari, da un preciso studio delle geometrie e dei colori. Su modello dell’art Nouveau, Nielsen realizzava tavole con figure allungate, ricche di dettagli e ghirigori con uno stile che gli permise di distinguersi tra molti. Nei suoi disegni spiccano gli elementi floreali e orientaleggianti e i personaggi sembrano sempre provenienti da un mondo altro, onirico forse, lontano dalla consueta realtà in cui si viene inevitabilmente catturati per potersi immedesimare nella storia.
Spesso emerge anche una certa malinconia, una tristezza velata e anche qualche elemento di oscurità nelle sue opere che tuttavia non le tramuta in pesantezza, ma piuttosto in velata austerità.
Realizzerà le illustrazioni per la traduzione de “Le Mille e Una notti”, che rimarranno tristemente sconosciute fino dopo la sua morte. In queste tavole prevale lo sguardo orientale, sapientemente realizzato con combinazioni di forme e dettagli, ponendo sempre l’accento sullo stile degli abiti dei personaggi e sui colori vividi.
Nel 1922 illustrò le famose favole di Hans Christian Anderson e dei Fratelli Grimm. Da “La Principessa sul pisello” a “Hansel e Gretel”, realizzò alcune delle sue opere più famose proprio in questi anni.
Il prestigio gli permise di trasferirsi negli Stati Uniti dove cominciò a lavorare per la Walt Disney Company nel 1939.
Qui cominciò a lavorare a diverse produzioni, tra cui “Fantasia” dove con la sua abilissima mano fornì spunti per alcune scene in particolare.
Successivamente prestò le sue idee per un concept sulla “Sirenetta”, incentrandosi principalmente sullo stile del periodo, meno dettagliato e più improntato su una visione anni 30-40. Nonostante la sua visione innovativa, l’opera non venne mai realizzata con i suoi disegni originari.
La sua permanenza nella grande famiglia Disney durò solo quattro anni, un periodo breve, a causa principalmente dei tagli ai costi che la nuova politica aziendale voleva promuovere.
In “They drew as they pleased: the hidden art of Disney’s Musical Years” Didier Ghez riporta come Nielsen fosse un artista di grandissimo calibro, ma piuttosto lento nel suo lavoro, elemento da collegare al suo profondo perfezionismo e alla ricerca della bellezza. Questo suo aspetto peculiare finì per farlo licenziare malamente poiché i costi per sostenere il suo lavoro erano diventati ingenti e intollerabili.
Finì la sua vita in relativa povertà, avendo perso la fama acquistata negli anni.
La Disney ammira ancora oggi i suoi lavori, come moltissimi critici d’arte.
La sua arte, ispirata, come disse, da Henrik Ibsen, rimane negli anni un segno distintivo di una visione lontana, poetica, fantastica, che nessuno è mai riuscito a realizzare prima (e dopo) di lui.
Sarebbe stato molto interessante poter vedere altri disegni messi in scena in altre produzioni.