A quanti di voi è capitato di ascoltare questa famosa canzone della altrettanto famosa artista Lana Del Rey?
A quanti di voi è capitato di chiedersi a cosa si riferisse tra le strofe incastonate così perfettamente quando parlava di un tunnel sotto Ocean Boulevard?
Come per ogni cosa poetica e bellissima, mamma Lana ci insegna a guardare attentamente al passato, a riscoprirlo per trovarci immersi in una realtà diversa che porta con sé una certa malinconia.
Myrna Beach è stata per anni un luogo con hotel di ogni calibro, dai resort patinati e di lusso, a quelli più modesti e meno di classe.
Nel 1980 Sea Mist era uno dei resort più in voga della zona, con oltre 800 unità, fronte spiaggia. La strada, che al tempo correva parallela alla striscia di sabbia, aveva quattro corsie ed era impossibile da attraversare a piedi, così, su consiglio di Neil Ammons, si creò un tunnel sotterraneo per poter permettere ai pedoni di passare in tranquillità e sicurezza.
Si dice che il costo del tunnel fu di circa un milione di dollari.
Della lunghezza di 100 piedi, fu sistemato interamente in stile marino, con decorazioni di pesci da ambo i lati delle pareti, per mettere i turisti nel mood della vita al mare.
Al giorno d’oggi si tratta di un tunnel chiuso ai passanti, essendo la strada completamente cambiata rispetto ai lontani anni ’80.
C’è chi dice che il tunnel a cui si riferisce LDR nella sua canzone sia in realtà il Jergins Tunnel a Long Beach in California.
Sta di fatto che sotto Ocean Boulevard esiste un solo tunnel e quel tunnel è proprio quello di Myrna Beach.
Ogni città ha le sue particolarità, alcune, più di altre, riescono a custodire dei piccoli gioielli di storia.
Tra le colline Hollywoodiane che si stagliano verso il blu intenso, si trovano delle rovine piuttosto singolari.
La spider Pool, una volta sfondo di una bellissima dimora appartenuta a Jack McDermott, è ora una parete abbandonata, rotta, tra piccoli arbusti che crescono incontaminati.
Tuttavia il suo fascino permane.
Jack comprò un esteso appezzamento di terreno situato sulle colline Hollywoodiane nel lontano 1921. Era situato così in alto e così lontano dal resto delle abitazioni che rimase senza strada sino al 1962, isolato e incontaminato nel verde naturale che lo abbracciava.
La casa venne costruita sino dai primi anni venti e divenne ben presto teatro di feste spettacolari e dei gusti decisamente insoliti del suo proprietario. Famosa già alla fine della sua costruzione, ottenne un breve cameo nel film “Hollywood the unusual” del 1927.
La casa, denominata “crazy house”, vantava l’arredamento delle scene cinematografiche che Jack aveva la possibilità di visitare grazie al suo lavoro nell’industria
Incorporati al suo interno c’erano cimeli provenienti da diverse produzioni come “The Mark of Zorro”, “Robin Hood” e molti altri, caratterizzando uno stile eccentrico e seducente, rimando ai tempi antichi e all’elemento orientale.
Tra gli elementi distintivi della villa c’erano tunnel sotterranei, caminetti situati sotto i letti, arte orientale e persino un falso cimitero. E per qualche strano motivo non vi erano sedie.
Ma l’aspetto più affascinanti era sicuramente la piscina, denominata “Spider Pool”, costruita nel 1933, che si vide protagonista di un articolo del 1949:
“A labyrinth of dark subterranean passageways which honeycomb the ground under the hillside, the sliding doors and panels lend an eerie touch to the fantastic abode, which contrasts startlingly with the sun bathed swimming pool inlaid with thousands of hand-painted French and Italian tiles in a spider design. It was inevitable that such a storied castle should become the scene of gay film colony parties, and in the years gone by it rang with merriment by night.”
La casa era luogo di feste sfarzose, quasi surreali, alimentate da musica, alcol e spettacoli per intrattenere gli ospiti, prevalentemente le élite Hollywoodiane e i grandi ricchi del tempo.
Per immaginarci il tipo di vita che si svolgeva all’apice della collina, dobbiamo far riaffiorare alla mente il personaggio stravagante di Gatsby con un briciolo, o forse un bel po’, di amore per le pin-up.
Quando gli ospiti erano troppo ubriachi si dice che Jack, con fare scherzoso, li conducesse nella “upside down room”, una stanza costruita appositamente per creare confusione, molto simile a quella che si trova nel film “Rose red” di Stephen King.
I party finirono quando Jack, 53enne, prese una dose massiccia di pillole per dormire. La proprietà venne quindi lasciata al nipote, ma non sopravvisse la prova del tempo senza il suo naturale possessore. Quasi sei mesi dopo la sua morte, il 31 Gennaio 1947, un incendio di origine sconosciuta rovinò la villa danneggiando parte della struttura originaria. Tra il 1947 e il 1949 la casa venne venduta a un altro eccentrico personaggio: Carl Brainard.
Dopo anni di negligenza dovuti anche alla responsabilità di Brainard, fu acquistata da Darrell e Frances Gregory. L’idillio durò poco, la casa venne infatti dichiarata pericolosa e rasa al suolo nel 1962. Di questa rimase solamente la piscina, di cui nessuno si interessò per molto tempo, lasciandola in stato di abbandono.
Fu solo negli anni 2000, grazie a internet, che riemersero diverse fotografie di giovani donne che posavano seminude di fronte alla muraglia intarsiata di mattonelle blu. Tra queste vi erano importanti figure del mondo del pin-up, come Tura Satana, Betty Blue e Jaqueline Prescott.
Le foto, risalenti agli anni 50, mostrano però la bellezza della costruzione originaria. Un Murales gigante con una grossa vedova nera sovrastava la piscina orientaleggiante.
Nel 2004 fu ritrovato il sito e il murales ancora intatto, e fu così che si scoprirono dettagli della casa e delle sue avventure, fino a identificare le opere di vari fotografi come Harold Lloyd e John Willie.
Nel corso degli ultimi anni la bellissima struttura acquatica è andata in rovina, generalmente grazie allo stato di negligenza in cui verteva da ormai troppo tempo. La proprietà iniziale è stata acquistata e si è proceduti con lo smantellamento delle strutture rimaste, lasciando solamente piccoli frammenti di ceramica colorata ai piedi di una collina.