The World of Tomorrow

Era il 1939 quando al Flushing Meadows-Corona Park nel Queens (NY) veniva organizzata la seconda fiera americana più cara di sempre, con un costo di oltre 67 milioni di dollari.

Ma facciamo un passo indietro.

Nel 1935, ancora in ballo nella Grande Depressione, diversi businessmen NewYorkesi decisero di fondare la New York World’s Fair Corporation, con uffici ai piani alti dell’Empire State Building.

Il presidente eletto fu Grover Whalen, politico e uomo di affari, e tra i partecipanti alla corporazione vi era anche il Sindaco Fiorello la Guardia che rimase in carica fino al ’46.

L’obiettivo di questi imprenditori e uomini d’affari era quello di portare una ventata di fresca economia a New York favorendo il commercio e lo scambio internazionale.

La Corporation decise quindi di inaugurare una fiera aprendo i cancelli il giorno del 150° anniversario dell’inaugurazione di George Washington come presidente degli Stati Uniti e chiamandola “The World of Tomorrow”.

Si trattava di un evento di portata stratosferica, il più importante in maniera indiscussa dalla prima guerra mondiale.

Il presidente Whalen aveva idee precise in merito alla tematica della fiera: i beni di consumo. Emblematica fu l’introduzione della televisione come oggetto ormai alla portata di tutti.

Per farsi pubblicità utilizzarono delle fasce disposte sul braccio sinistro degli atleti dei Brooklyn Dodgers, NY Giants e NY Yankees, oltre alla sponsorizzazione in giro per il mondo operata da Howard Hughes con il suo aereo.

L’apertura ufficiale fu fissata il 30 aprile 1939, una domenica nuvolosa. Solo il primo giorno arrivarono ai cancelli 206mila persone.

Diverse personalità presenziarono con discorsi di varia natura. Da Roosevelt ad Einstein, per passare a diverse star del cinema.

All’interno erano presenti diversi padiglioni provenienti da tutte le parti del mondo e dal design diverso e innovativo.

7 erano le zone tematiche, diverse architettonicamente, alcune costruite in maniera semicircolare attorno al centro realizzato da W. Harrison e M. Abramovitz che consisteva in due bianchi edifici chiamati Trylon e Perisphere ( all’interno di quest’ultimo vi era un modellino della città del futuro).

Il padiglione italiano, costato oltre 3 milioni, era caratterizzato da uno stile romano integrato con l’architettura più moderna. Una fontana alta 61 metri ne coronava l’entrata ed era dedicata a Guglielmo Marconi. Nella Hall of Nations il pavimento a mosaico circondava una statua della Lupa, madre di Romolo, tutt’intorno sulle pareti vi erano raffigurazioni dell’impero moderno realizzate in marmo nero e stucco romano bianco. Al centro della Hall troneggiava una statua in bronzo di Benito Mussolini realizzata da Romano Romanelli.

Il famoso ristorante italiano ospitato nel padiglione aveva invece l’aspetto di una lussuosa nave da crociera per mimare la tradizione italiana.

Tra gli altri luoghi di interesse c’era sicuramente la Westinghouse Time Capsule, destinata ad essere aperta solamente nel 6939 e contenente scritti di Einstein, Mann, copie di Life Magazine, un orologio di Mickey Mouse, un rasoio Gillette, un dollaro, un pacchetto di sigarette Camel, semi di varie specie tra cui cotone, soia, carota e tabacco e molto altro.

Nella Westinghouse era presente anche “Elektro the Moto Man”. Si trattava di un robot alto 2,1 metri in grado di parlare e fumare.

A sud della fiera c’era il World’s Fair Boulevard con l’area Amusement, decisamente la preferita dai visitatori. Qui potevano intrattenersi su montagne russe, attrazioni di varia natura come una torre da cui paracadutarsi e repliche di vari luoghi naturali come le Victoria Falls. In questa zona vi erano anche esibizioni di uccelli e animali rari, un orangotango addomesticato, tre elefanti performanti e la possibilità di fare dei brevi viaggi sul dorso dei cammelli.

Per intrattenere il pubblico venivano organizzati anche spettacoli esotici, con donne in topless o in costume.

Nella zona Acquacade venivano realizzati musical con giochi d’acqua e coreografie irriverenti al costo di 80 cent.

Ogni giorno all’interno della fiera era a tema. Per esempio il 3 Giugno 1940 fu il “Superman Day”, in cui si realizzò un Contest atletico e ci fu la presenza dello stesso Superman, probabilmente interpretato da Bud Collyer.

Tra istallazioni per il divertimento, ristoranti, padiglioni coronati da sculture e fontane di rara bellezza come “The Fountain of Atom” realizzata da Wayland Gregory in ceramica, padiglioni realizzati da Salvador Dali o altri personaggi di un certo spessore, un planetario e varie istallazioni artistiche, rimaneva poco spazio per la scienza e l’innovazione.

Alcune delle introduzioni che vennero fatte furono la luce fluorescente, il nylon, i set televisivi, una macchina futuristica, un temperino e poco altro.

Fortemente voluta per la classe media emergente e per superare le avversità della Grande Depressione, ospitò oltre 44 milioni di visitatori e durò da Aprile ad Ottobre 1939 e da Aprile a Ottobre del 1940.

Con un guadagno di soli 48 milioni di dollari di fronte alla spesa di oltre 67, chiuse ufficialmente i battenti il 27 Ottobre 1940 a causa della bancarotta.

Futurama General Motors at World’s Fair, architectural model of NYC in the future
Futurama General Motors at World’s Fair, architectural model of NYC in the future
Futurama General Motors at World’s Fair, architectural model of NYC in the future
Futurama General Motors at World’s Fair, architectural model of NYC in the future
The General Motors Pavilion is a popular site at the 1939 New York World’s Fair. (Photo by © Peter Campbell/CORBIS/Corbis via Getty Images)
The National Cash Register building shows the number of persons in attendance at the 1939 New York World’s Fair. (Photo by © Peter Campbell/CORBIS/Corbis via Getty Images)
Wonder Bakery displays a wheat field exhibit at the 1939 World’s Fair. The model, Penelope Shoo, is wearing an outfit designed by Hattie Carnegie. The wheat field was billed as “the first planted in New York City since 1875.” (Photo by © Peter Campbell/CORBIS/Corbis via Getty Images)
Ford Cars Pavilion at 1939 World’s Fair (Photo by © Peter Campbell/CORBIS/Corbis via Getty Images)
An aerial view of the 1939 World’s Fair shows the music hall advertising Hot Mikado with Bill Robinson. (Photo by © Peter Campbell/CORBIS/Corbis via Getty Images)

Two women pose on a Kodak photo posing stand during the 1939 New York World’s Fair. (Photo by �� Peter Campbell/CORBIS/Corbis via Getty Images)
A statue decorates the entrance to the Maritime Transport and Commerce Pavilion at the 1939 World’s Fair. (Photo by © Peter Campbell/CORBIS/Corbis via Getty Images)
The General Motors Pavilion is a popular site at the 1939 New York World’s Fair. (Photo by © Peter Campbell/CORBIS/Corbis via Getty Images)
General Motors displays a transparent car in the pavilion at the 1939 New York World’s Fair. (Photo by © Peter Campbell/CORBIS/Corbis via Getty Images)
Glass Incorporated Pavilion at 1939 World’s Fair (Photo by �� Peter Campbell/CORBIS/Corbis via Getty Images)
Aquacade Floor Show at 1939 World’s Fair (Photo by © Peter Campbell/CORBIS/Corbis via Getty Images)
Ford Car Parts Display at 1939 World’s Fair (Photo by © Peter Campbell/CORBIS/Corbis via Getty Images)
The Tomas Bata exhibit, in the Czechoslovakian Pavilion, at the 1939 World’s Fair. Bata (1828-1932) was a Czech industrialist who founded a large shoe factory. (Photo by © Peter Campbell/CORBIS/Corbis via Getty Images)
A model of New York as the “City of Light,” in the Consolidated Edison Pavilion, at the 1939 World’s Fair. (Photo by © Peter Campbell/CORBIS/Corbis via Getty Images)
“Futurama” model in the General Motors Pavailion at the 1939 New York World’s Fair. The exhibit was designed by Norman Bel Geddes. (Photo by © Peter Campbell/CORBIS/Corbis via Getty Images)
Stuffed Moose in Canadian Pavilion at 1939 World’s Fair (Photo by �� Peter Campbell/CORBIS/Corbis via Getty Images)
The Lucky Strike Cigarettes and Wonderbread buildings are shown illuminated at the 1939 World’s Fair. (Photo by © Peter Campbell/CORBIS/Corbis via Getty Images)
Electric Utilities Pavilion at 1939 World’s Fair (Photo by © Peter Campbell/CORBIS/Corbis via Getty Images)
Firestone Pavilion at 1939 World’s Fair (Photo by © Peter Campbell/CORBIS/Corbis via Getty Images)
The General Electric and Westinghouse pavilions are attractions at the 1939 New York World’s Fair. (Photo by �� Peter Campbell/CORBIS/Corbis via Getty Images)
A statue of a Pony Express carrier being ambushed by Native Americans, at the American Telephone and Telegraph Pavilion, at the 1939 World’s Fair. | Located in: American Telephone and Telegraph Pavilion. (Photo by �� Peter Campbell/CORBIS/Corbis via Getty Images)
Chrysler Pavilion at 1939 World’s Fair (Photo by © Peter Campbell/CORBIS/Corbis via Getty Images)
Time and the Fates of Man sculpture and the Perisphere, at the 1939 New York World’s Fair. | Detail of: ‘Time and the Fates of Man’ by Paul Manship. (Photo by © Peter Campbell/CORBIS/Corbis via Getty Images)
A row of statues leads to the Perisphere and Trylon at the 1939 New York World’s Fair. (Photo by © Peter Campbell/CORBIS/Corbis via Getty Images)
The Lucky Strike Cigarettes, Wonder Bread Bakery, and Sheffield Farms buildings stand on part of the grounds of the 1939 New York World’s Fair. Peter Campbell / Corbis via Getty

The Life Savers Candy Parachute Jump. Adults paid 40 cents a trip; children paid 25 cents. After the fair, the ride was moved to Coney Island, where it operated on and off until the 1960s. Peter Campbell / Corbis via Getty

People visit the Trylon and Perisphere at the 1939 New York World’s Fair. Inside the Perisphere was a diorama of a futuristic utopian city named Democracity. After viewing, visitors would leave by descending a long spiral walkway named the Helicline.Peter Campbell / Corbis via Getty

Il parco dei sogni

«A tutti coloro che vengono in questo luogo felice: Benvenuti. Disneyland è la vostra terra. Qui l’età rivive i bei ricordi del passato, e qui i giovani possono assaporare le sfide e le promesse del futuro. Disneyland è dedicato agli ideali, ai sogni e ai fatti che hanno creato l’America, con la speranza che sarà una fonte di gioia e ispirazione per tutto il mondo.»

Recitò queste parole Walt Disney, il 17 Luglio del 1955 quando, di fronte a una folla di seimila invitati e oltre ventiduemila non invitati, apriva le porte del famoso parco che ancora oggi è protagonista delle fantasie di bambini e adulti di tutto il mondo.

Situato in un aranceto ad Anaheim, Los Angeles, la sua costruzione cominciò nel 1954 e si protrasse per l’intero anno successivo, con oltre duemila addetti ai lavori. L’idea di un parco a tema sorse al signor Disney tra gli anni ’30 e ’40, quando, memore delle sue avventure giovanili nei Trolley Park e negli Electric Park, tanto in voga all’epoca e fulcro dei divertimenti e delle serate danzanti della società americana tra l’800 e il 900, decise di costruire qualcosa che fosse sia un luogo di svago per i più piccini, sia un luogo di svago per gli adulti.

In quel lontano 1954 non si sapeva ancora che ben presto quel parco che sembrava un’idea troppo grande per essere realizzata sarebbe diventato negli anni il fulcro di una cultura che si estende fino al XXI secolo.

Il costo fu di 17 milioni di dollari, alcuni ricavati tramite ipoteche e altri in prestito da emittenti televisive, come l’ABC, in cambio di vari benefici.

Il giorno dell’inaugurazione, presieduto anche da Ronal Reagan, fece un boom di ascolti mai visto prima per l’apertura di un parco. Si stima che circa 70 milioni di persone si collegarono per assistere allo spettacolo, con inno nazionale, che doveva dare il via alla storia di Disneyland.

Quel medesimo giorno a causa della troppa affluenza non prevista, a causa del caldo, dello sciopero degli idraulici che dovevano fare manutenzione alle fontane, e a molti altri imprevisti, fu un giorno definito come nero. Poche persone si divertirono e generalmente le opinioni furono negative poiché erano finite le scorte di cibo e di bevande (la famosa pepsi che sponsorizzava).

Ma passato il primo ostacolo il parco trovò presto il suo ritmo aprendo, in meno di due mesi, varie attrazioni nuove e garantendo divertimento per tutta la famiglia. Così questa storia inaspettatamente ebbe e tutt’ora ha il suo lieto corso e da questo singolo parco ne aprirono molti altri in varie parti del mondo. Il giorno dell’inaugurazione di Disneyland rimane il compleanno più famoso che un parco a tema abbia mai visto, con dozzine di facce felici e meravigliate di fronte alla grandiosità di questa impresa.

Bambini che corrono per l’apertura di Disneyland,1955

Bambini sulle tazze,1955

Parata di Disneyland,1955

Ballerine che si riposano gustando una pepsi, Disneyland,1955

Bambina su una giostra, Disneyland,1955

L’attore Ronald Reagan,17 Luglio 1955, Disneyland

Bambini in posa con Topolini e Minnie, Disneyland, 1955

Parata di Dumbo, Disneyland, 1955

Barca piena di turisti sul laghetto artificiale di Disneyland,1955

Walt Disney, Disneyland, 17 Luglio 1955

Parata in Main Street, Disneyland, 17 Luglio 1955

Debbie Reynolds, Disneyland, la prima settimana di apertura,1955

Bar a Disneyland, 1955

Giostra a Disneyland,1955

Famiglia a Disneyland,1955