Danse de Follies! Lo spettacolo più all’avanguardia di New York

Era luglio 1915, quando, tra il caldo infernale della città e i suoi odori acidi, si dava il via allo spettacolo d’avanguardia più spinto dell’epoca.

Florenz Ziegfeld, Jr. era un prominente uomo d’affari newyorkese, l’inventore degli spettacoli d’intrattenimento “Ziegfeld Follies”, ispirati a quelli che si tenevano a Parigi, le Folies Bergère.

Inaugurati nel 1907, avevano abbracciato un nuovo modo di pensare la femminilità e il business, al punto da diventare famosissimi in tutto il paese.

Tra le ragazze che vi lavoravano come chickens”, il livello più basso, o “showgirl”, quello più alto, vi erano alcune delle più importanti stelle di quegli anni: Josephine Baker, Fanny Brice, Louise Brooks, Marion Davies, Nita Naldi, Barbara Stanwyck, Doris Eaton e moltissime altre.

Partecipare come corista agli spettacoli era l’apripista per una carriera brillante nel mondo del cinema o della musica e le giovani ragazze americane sognavano di essere tra le fila delle ballerine, alte uguali, pelle bianchissima, a muoversi all’unisono a tempo di musica.

Ziegfeld avevano notato che dopo gli spettacoli tanto acclamati, la gente se ne andava a trascorrere il resto della serata in altri night club. Così, invogliato ad aumentare i suoi profitti e a far risplendere le sue idee, decise di dare vita a un secondo spettacolo: Danse de Follies!

A termine dello spettacolo principale, bastava prendere l’ascensore e salire sul terrazzo del New Amsterdam Theatre sulla 42° strada, New York. Ad accoglierti sul rooftop garden, definito da alcuni “the meeting place of the world”, musica, danze e champagne a litri.

Lo spettacolo, che cominciava a mezzanotte, era sceneggiato nella parte in disuso del teatro, dove Ziegfeld aveva fatto istallare tavoli e sedie.

La parte più innovativa era il palco meccanizzato, in grado di ritrarsi in modo da lasciare spazio alla pista da ballo. Sopra era stata istallata una passerella trasparente, dove le ragazze potevano ballare ed essere ammirate dagli ospiti sottostanti.

Lo show, poi rinominato The Midnight Frolic, era un po’ più risqué delle Follies.

Le ballerine erano invitate a indossare della biancheria spessa, per protezione, ma questa regola veniva raramente rispettata.

Parte dello spettacolo consisteva nel scegliere la più bella tra le danzatrici e riportarlo su un’apposita scheda fornita dal locale. La vincitrice vedeva il suo stipendio per quello spettacolo raddoppiato.

Margaret Morris, Kay Laurell, and Florence Cripps on the infamous glass walkway in the Ziegfeld Midnight Frolic of 1916. (talesofamadcapheiress.blogspot.com). via Newyorkerstateofmind.com

Lo show più gettonato di tutti era quello delle “ragazze palloncino” che, passando tra i tavoli, invitavano gli uomini a scoppiare il loro palloncino con i sigari, una sorta di preludio alle famose “conigliette” che più di recente hanno popolato il panorama americano.

Ziegfeld girl Olive Thomas wearing her balloon costume on the stage of the New Amsterdam’s rooftop theatre during the original run of the Midnight Frolic. Male patrons were encouraged to use their cigars and cigarettes to pop the balloons. Photo circa 1915. (Pinterest) via Newyorkerstateofmind.com

White Studio (New York, N.Y.). [Sybil Carmen in “Ziegfeld Midnight Frolic”.] 1915. Museum of the City of New York. Gift of Henry Irving Brock, 1959. 59.271.16 ©The New York Public Library

L’avanguardia di questi spettacoli, però, era a caro prezzo. L’ingresso costava 5 dollari, che corrispondo a circa 120 dollari attuali, in aggiunta al prezzo del biglietto.

Se si voleva stare in prima fila per ammirare le ragazze da più vicino, il costo era 3 dollari (55 dollari odierni), mentre i posti in platea costavano 2,5 dollari.

La rivista teatrale divenne subito un successo, al punto tale che anche le celebrità presenziavano come ospiti fissi.

Ziegfeld, molto lungimirante, per evitare ai signori ospiti di farsi male battendo troppo spesso le mani, mise a disposizione dei martelletti ad ogni tavolo, in modo che potessero essere utilizzati al posto degli applausi.

Lo spettacolo era suddiviso in atti in cui si alternavano vari numeri comici, canori e di danza, con protagonisti del calibro di Frances White, Teddy Gerard, Eddie Cantor e molti altri. Durante la pausa, lunga 25 minuti, gli ospiti potevano cenare, danzare, bere e divertirsi in compagnia, ovviamente ad un costo elevato!

Una birra poteva costare fino a 1 dollaro, cioè quasi 25 dollari odierni e per una piccola bottiglia di champagne servivano 2,75 dollari.

Lo sfarzo era senza limiti. Gli chef dello Ziegfeld erano molto rinomati per le loro bistecche, ma per gli ospiti più esigenti e chic erano presenti scorte di caviale Beluga da poter degustare con lo champagne.

Gli abiti e le scene dello spettacolo potevano costare carissime. Si ricorda che durante la prima guerra mondiale, Ziegfeld, per non abbassare lo standard della sua opera, spese 3000 dollari per degli allestimenti in chiffon raggiungendo costi di produzione che contavano sei zeri.

Alfred Cheney Johnston (1885-1971). [Frances White in “Ziegfeld Midnight Frolic”.] 1919. Museum of the City of New York. Gift of Mrs. William R. Stephenson, 1974. 

Il club rimase aperto tutto l’anno per sei anni e nemmeno la prima guerra mondiale riuscì a impattare la produzione. Fu solamente con il proibizionismo che il sogno d’avanguardia si spense, e Ziegfeld fu costretto a malincuore a chiudere i battenti nel 1922.

Come scrisse il New York Times nei suoi anni d’oro:

“One might search the world and not find anything quite as unique or lavish as this midnight revue.”

Actress Kay Laurell standing on glass platform seen from below, from Midnight Frolic of 1915

Il giardino dell’Eden

Situato nella moderna Montecito si nasconde un paradiso naturale con una storia centenaria, animato da piante tropicali e subtropicali, piscine di loto e cactus che sembrano pungere il cielo.

Nel 1882 Ralph Kinton Stevens acquistò una proprietà che rinominò Tanglewood e utilizzò come casa di famiglia. Si trattava di un luogo molto grande che poteva ospitare tranquillamente diversi giardini. Alla sua morte la vedova trasformò la residenza in un ranch per ospiti per poi affittarla ad una scuola ed infine venderla nel 1913 a causa dei costi ingenti per il suo mantenimento.

Il nuovo acquirente, il vicino di casa, George Owen Knapp la tenne per soli 3 anni, prima di venderla ai Newyorkesi E. Palmer e Marie Gavit che la rinominarono Cuesta Linda. I coniugi ingaggiarono il famoso architetto Reginald Johnson per la costruzione dell’edificio principale, che completò negli anni ’20. Lo stile fu volutamente un richiamo alla Spagna e ai territori europei che tanto piacevano al tempo.

Fu solamente nel 1941 che la sorte volle cambiare lo status quo delle cose facendo arrivare la persona che avrebbe realizzato il capolavoro che ancora oggi si può ammirare.

La proprietà venne acquistata da una famosa ed eccentrica cantante lirica polacca, interessata alla botanica.

Madame Ganna Walska, 1957, circondata dalla sua iconica collezione di euforbie e cactus, courtesy of Ganna Walska Lotusland.

Ganna Walska, pseudonimo di Hanna Puacz (Brest-Litovsk 1887- 1984) nacque povera, ma questo non le impedì di diventare una delle più celebri socialite del XX secolo.

Hanna si trasferì a San Pietroburgo con lo zio a seguito della morte della madre, avvenuta quando era solo un’adolescente. Qui cominciò gli studi di musica e assunse il nome d’arte che la rese celebre in tutto il mondo. Per i successivi due decenni si esibì come cantante lirica tra New York e Parigi e fece diversi tour in Europa e America.

A detta di molti fu grazie alla mastodontica pubblicità che le fece il marito Harold McCormick, sposato nel 1922 e molto ricco, che riuscì a cavarsela. Divenne allieva di Cècile Gilly che però dichiarò che Ganna non fosse portata per la musica. In molti, a dispetto di quello che sosteneva lei stessa, dissero che a cantare fosse terribile, ma questo non la fece desistere in nessun modo, anzi la spinse ancora di più ad esplorare la sua vena artistica.

Intelligente, sofisticata e molto attenta al denaro, divenne ben presto popolare nelle élite più in voga (e molto chiacchierata dai tabloid!) e a detta di Charles Wagner nel 1928:

“Aveva Qualcosa che teneva destava la loro attenzione, che faceva drizzare le orecchie se veniva nominata”.

Ganna Waska in costume, Bettmann, Getty Images

Capelli corvini, anticonformismo, acume e bellezza la fecero padrona delle mode e degli sguardi di numerosi scapoli ricchi con cui spesso aveva flirt.

Ben presto Ganna, dall’animo curioso e anticipatore delle mode, abbandonò la religione cattolica per darsi al misticismo orientale e allo yoga. Si sposò sei volte, di cui 4 con uomini facoltosi e una con un maestro yogi.

Fu proprio grazie alle pratiche orientali e al matrimonio con Theos Bernard che la sua strada incrociò i 37 acri di Cuesta Linda che comprò e che cominciò ad alimentare in un turbinio di colori e fantasie.

L’idea che abbracciò inizialmente fu quella di creare un luogo per i ritiri spirituali, dove si potessero studiare le Sacre Scritture tramite i Lama Tibetani. Il nome scelto fu Tibetland, a richiamare il suo profondo amore per l’Oriente. 

Per la modernizzazione del giardino venne assunto l’architetto Lockwood de Forest Jr. e nel 1942 la conformazione venne rinnovata una seconda volta, introducendo numerosi cactus, i più famosi protagonisti di tutti i 15 ettari.

Ganna Waska Lotusland, source unknown.

Furono avviati diversi progetti di miglioria operati da Ralph Stevens, figlio del proprietario originale, che progettò i cancelli in ferro sulla Sycamore Canyon Road, la Piscina e la Spiaggia di Conchiglie, la Grotta, Il Teatro e i Giardini Blu dedicati alle piante a foglia glauca, come la Palma Blu del Messico e numerose Agavi.

Il progetto di Tibetland come ritrovo spirituale libero non vide mai la luce a causa dello scoppio della II guerra mondiale. Ganna tuttavia non si fermò, nemmeno quando il marito le chiese l’ennesimo divorzio. Rinominò l’oasi Lotusland in onore del Loto Sacro che cresceva in una delle numerose vasche che coloravano il paesaggio.

Ganna Walska nella piscina del Loto, source unknown.

Fu in questi anni che la donna si reinventò completamente. Secondo la filosofia del massimalismo e spinta da un forte carisma e molta creatività, cominciò a dare vita a qualcosa di straordinario, combinando conoscenze botaniche e artistiche e facendosi aiutare dai migliori dell’epoca. 

Lotusland, source unknown.

Nel ’58 l’artista locale Joseph Knowles Sr. venne ingaggiato per modificare la Piscina nel Giardino Aloe, aggiungendo Conchiglie di Abalone sul bordo e creando suggestive Fontane di Corallo.

Negli anni ’70 venne aggiunto un Giardino Giapponese all’imponente struttura, ormai carica di ornamenti naturali provenienti da ogni parte della terra, alcuni rarissimi o estinti, e allestiti con una vena teatrale e audace.

Veduta aerea del Topiary Garden, dedicato allo stile anti-naturalistico dell’ars topiaria risalente agli antichi romani, dal libro “Lotusland” (Marc Appleton, Rizzoli New York), Lisa Romerein.

Quello che ne uscì fu un paradiso tropicale, un luogo mistico ai limiti del terreno, con oltre migliaia di specie diverse combinate in un insieme eclettico e paradisiaco. Walka realizzò un giardino eccentrico che secondo Marc Appleton, autore del libro Lotusland (Rizzoli, New York)

“sfugge a ogni ordine tradizionale e a ogni logica”.

Per finanziare le ingenti spese che il giardino le richiedeva, Ganna mise all’asta la sua collezione di gioielli tra cui i suoi stimatissimi Fabergè. L’asta, tenuta da Sotheby’s, vide protagoniste diverse gemme dalla preziosità incommensurabile tra cui un diamante briolette da novantacinque carati, una rara selezione di gioielli indiani, collane Cartier e uno smeraldo intagliato Mogul.

La sua mastodontica opera botanica continuò fino alla sua morte, avvenuta il 2 marzo 1984.

La lavorazione dell’oasi naturale continua tuttora come da volere della proprietaria e il suo ingente patrimonio di vestiti (tra cui pezzi di Ertè e delle Callot Soeurs) sono esposti al Los Angeles County Museum of Art.

A detta di Marc Appleton:

“La sua eredità più duratura si è rivelata essere non sul palco, bensì nella terra”

Ganna Walska in her garden, courtesy of Ganna Walska Lotusland.

Per saperne di più: https://www.ad-italia.it/gallery/giardino-botanico-ganna-walska-libro-lotusland/

Altro: https://www.messynessychic.com/2018/04/24/the-diva-who-grew-her-own-exotic-kingdom/

Il sito ufficiale: https://www.lotusland.org/about/madame-ganna-walska/

Il libro: https://www.amazon.it/Lotusland-Botanical-Paradise-Marc-Appleton/dp/084786989X/ref=sr_1_1?__mk_it_IT=ÅMÅŽÕÑ&crid=20T2LE6GXVHFG&dib=eyJ2IjoiMSJ9.uyyH53a5nnILCSF34fnMUfi5u5qKuC0sp1TtbACx6WXDevSrLiRs0BRwCKMJlrgFniCpEctqvTWDzJ0fViLfJL2SvVeOS0cfcbrU_Gxz38Ge-ZvWI4qJD59o4e4FYFq6svxXJerGTzOYZwtJ7eXloHplnS0TB9LOk-J5EHGcYJKoKnd5-9wVFHi5WGC5MLDq4ILgI0p-OPxFI4iHd0O26sawkAM0cT03tB2Yszk6-hrnvf0fuFmKFJpA78LtVufpWRJidcdDHDH4XGQcOpCF0N7dOs3xp80DVeuM5356hxI.j7xsI2tvfEctdVb6qhkLWNJ7QN8iEnwJVudbAJTFi9w&dib_tag=se&keywords=lotusland&qid=1729616874&sprefix=lotusland%2Caps%2C91&sr=8-1

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